La categoria che incontra più difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro è quella dei giovani. In Italia la disoccupazione giovani è un dato che viene monitorato continuamente e che non si è di certo mostrato rassicurante nell’anno dell’avvento della pandemia da Covid-19. Secondo il rapporto Istat, nel 2020 i Neet sono ben 2.100 milioni di giovani.
Chi sono i Neet
Con il termine “Neet” si intendono tutti quei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni, non più inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa. Nel 2020 i Neet, in Italia, hanno rappresentato il 23,3% dei giovani della suddetta fascia, valore in netto aumento rispetto all’anno precedente, che ne calcolava il 22,1%.
L’Istat, nello stilare il rapporto, ha tenuto conto di numerosi fattori tra cui il genere e da qui ha evidenziato come, in media, una giovane donna su 3 non studia, non lavora e non fa formazione, rispetto al rapporto di 1 su 5 per gli uomini.
Il fenomeno di aumento dei Neet ha, quindi, un forte impatto sociale e rappresenta un rischio per il benessere economico del Paese. Questa tendenza è in contrasto con la rivoluzione che si sta vivendo, con la digitalizzazione che avanza e la necessità di personale qualificato e con competenze specifiche in ambito tecnologico e informatico.
Neet: una generazione a rischio
Le difficoltà che i giovani italiani stanno riscontrando nell’inserirsi nel mondo del lavoro, sono comuni a quelle dei loro coetanei europei. Il nostro Paese, però, ha il triste primato di prima nazione europeo per numero di neet (secondo l’ultima analisi Eurostat avvenuta nel 2019).
In Italia questa condizione è causata dalle notevoli differenze che caratterizzano l’Italia al suo interno: il contrapporsi di zone ricche ed evolute dal punto di visto socio-economico a aree in cui i disagi sono marcati, porta alla necessità di un’analisi più specifica, effettuata per zone geografiche.
Dall’analisi per regioni si evince come al Nord la percentuale di Neet sia decisamente più contenuta rispetto al Sud, indice di come le disparità sociali ed economiche pesano sul futuro delle generazioni e, di conseguenza, come incidono sul futuro del Paese stesso.
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