L’inserimento nel mondo del lavoro, specie in momenti storici come quello corrente, è molto complesso. I lavoratori hanno infatti bisogno di essere sostenuti tramite specifiche azioni: le politiche attive del lavoro servono proprio per aiutare i disoccupati ad inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro, trovando la mansione più idonea alle proprie esigenze.
Cosa sono le politiche attive del lavoro
La presenza di un alto numero di disoccupati in cerca di lavoro in Italia è uno dei principali problemi di questo Paese. Per questo motivo sono state promosse numerose iniziative da parte di svariate Istituzioni, nazionali e locali, per facilitare l’occupazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. Tutte queste attività prendono il nome di politiche attive del lavoro e hanno un intento preventivo rispetto al problema: esse tentano infatti di creare le condizioni più adatte per aumentare il livello di occupazione.
Con il Decreto legislativo n. 150/2015 è stato istituito l’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) che, collaborando a stretto contatto con le Regioni, si occupa di coordinare e amministrare tutti i servizi e le misure delle politiche attive del lavoro. I servizi per il lavoro vengono erogati principalmente dai Centri per l’Impiego ma anche dalle Agenzie per il lavoro, dai Comuni, dalle Università, dagli Istituti di scuola secondaria di secondo grado e da numerose altre istituzioni.
Politiche attive e politiche passive del lavoro: le differenze
Quando si tratta il tema della ricerca del lavoro vengono spesso confuse le politiche attive con quelle passive. Le due tipologie di iniziative presentano importanti differenze che è bene conoscere in maniera approfondita. Come si è detto, le politiche attive del lavoro hanno un intento preventivo, in quanto cercano di creare le condizioni migliori affinché i disoccupati possano trovare un impiego in tempi brevi.
Le politiche passive del lavoro, invece, hanno lo scopo di affrontare i problemi socioeconomici causati dalla disoccupazione. Si tratta dunque di politiche assistenziali rivolte a coloro che si trovano in difficoltà economica a causa della mancanza di lavoro. Chiamate anche ammortizzatori sociali, le politiche passive del lavoro comprendono perlopiù finanziamenti e sono indirizzate alle persone che rimangono involontariamente disoccupate.
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